L’acciaio di Piombino, il terrore del PD di perdere anche la Toscana e il “bluff” di Carrai

Ma tu guarda, a volte, la combinazione. A Piombino, sono anni che le giunte rosse della Toscana promettono il salvataggio ed il rilancio delle ex-Acciaierie Lucchini. Tutte promesse regolarmente non mantenute. Tanto è vero che alle ultime comunali, cittadini ed operai hanno scelto addirittura un sindaco di Fratelli d’Italia a capo di una coalizione di centro-destra a trazione leghista. Con tanti saluti ai “parolai rossi”.

E adesso che succede? Succede che proprio a due settimane dalla scelta su chi dovrà governare la Regione, il centro-sinistra tenta di tirare fuori dal cilindro il solito coniglio. Con Marco Carrai, il “braccio lobbistico-industriale” di Matteo Renzi, nelle vesti del prestigiatore. In un’intervista a tutta pagina (ma solo sulla cronaca regionale) del Corriere della Sera, il vicepresidente del gruppo indiano Jindal, che ha finora brillato anch’esso per il numero di impegni disattesi, la spara grossa.

E annuncia: 1) l’ingresso salvifico dello Stato nel capitale dell’acciaieria attraverso Invitalia, cui “probabilmente si aggiungerà un’altra agenzia governativa”; 2) un accordo, in via di definizione, con Fincantieri per la realizzazione di “traghetti di piccole dimensioni” (?) e “piccole navi da dragaggio”; 3) il tutto, in modo tale da presentare il piano industriale ai lavoratori -ecco la combinazione- giusto il 16 settembre. Cioè esattamente 4/5 giorni prima delle elezioni regionali. L’ennesimo specchietto per le allodole, nel tentativo di recuperare consensi e allontanare lo spettro di una sconfitta storica per la maggioranza di governo, PD in testa.

Non male, eh? Ma se fosse davvero tutto oro quel che riduce, con accordi già  fatti e partner del calibro di Fincantieri ed Invitalia, come mai Il Corriere della Sera -che quanto a “soccorso rosso” non teme confronti in questa campagna elettorale- ha relegato questo trionfalistico annuncio nelle cronache ad uso e consumo dei soli elettori toscani? Curioso, no?

La realtà è probabilmente un po’ diversa. Ed il silenzio di Fincantieri ed Invitalia sembra confermarlo. Che ci siano trattative e colloqui in corso, è certo. Ma da qui a dare per scontato date e termini del salvataggio e del rilancio delle acciaierie,  ce ne corre. Questa volta sarà dura sperare che i piombinesi (ma anche tutti i toscani) finiscano per abboccare all’amo.

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