Qatar, ombre sulla diplomazia italiana;  qualche curiosità sull’operato dell’Ambasciatore Paolo Toschi: i casi Catella e Coriglioni

Qatar, ombre sulla diplomazia italiana; qualche curiosità sull’operato dell’Ambasciatore Paolo Toschi: i casi Catella e Coriglioni

04 agosto 2025

In un panorama internazionale che esige sempre maggiore trasparenza e responsabilità, anche la diplomazia è chiamata a tenere comportamenti irreprensibili, evitando qualunque ombra di ambiguità o favoritismo. In tale contesto, alcune recenti vicende legate all’operato dell’ambasciatore d’Italia in Qatar, Paolo Toschi, sollevano interrogativi che ad oggi sono senza risposta.
La prima questione riguarda i rapporti personali tra il diplomatico e l’imprenditore Manfredi Catella, di recente finito agli arresti domiciliari nell’ambito della clamorosa inchiesta edilizia a Milano.
Catella, uno dei principali sviluppatori immobiliari italiani, guida la Coima Sgr, società che gestisce oltre 10 miliardi di euro in fondi, con capitali raccolti anche presso fondi sovrani esteri, tra cui quelli di Singapore, Abu Dhabi e -appunto- Qatar.
Secondo diverse fonti, i due si sarebbero incontrati a Doha, anche nel dicembre 2024, in un contesto privato non riportato nei comunicati ufficiali dell’Ambasciata, e non è chiaro se l’incontro avesse finalità istituzionali o fosse di natura esclusivamente personale.

Alla luce della gravità delle accuse che pendono su Catella, sarebbe opportuno chiarire la natura di tali frequentazioni e se l’ambasciatore abbia informato la Farnesina o registrato in agenda ufficiale questi contatti all’epoca dei fatti. Benché i rapporti personali siano leciti, quando coinvolgono rappresentanti dello Stato e figure di rilievo pubblico è necessario un elevato livello di trasparenza.
Va ricordato, inoltre, che la Guardia di Finanza di Milano, analizzando tabulati telefonici e messaggi,  potrebbe far emergere un quadro concreto sulle eventuali attività di Catella in Qatar, gettando luce su questi incontri privati.
Un altro episodio che desta perplessità è il caso di Augusto Coriglioni, cittadino italiano residente a Doha, il quale avrebbe beneficiato di accessi e trattamenti non in linea con la prassi diplomatica ordinaria. Risulta, ad esempio, che Coriglioni sia stato invitato personalmente presso la residenza dell’ambasciatore Toschi in occasione della visita a Doha del viceministro Valentino Valentini nel maggio 2024, un onore solitamente riservato a funzionari, autorità o personalità con incarichi ufficiali.

A gettare ulteriore ombra sul profilo del signor Coriglioni è una recente informativa istituzionale secondo cui l’uomo avrebbe esposto all’esterno della propria abitazione, nel quartiere The Pearl di Doha, una targa in ottone con lo stemma ufficiale della Repubblica di San Marino e la dicitura “Republic of San Marino – Consulate – Residence”. Tale iniziativa, stando a comunicazioni formali inviate alle autorità competenti, risulterebbe priva di qualsiasi autorizzazione e non corrisponde ad alcun incarico consolare effettivo. È sufficiente consultare l’elenco ufficiale delle rappresentanze diplomatiche sammarinesi per verificare che in Qatar non esiste alcun consolato di San Marino riconosciuto. Sorge dunque la domanda: possibile che l’ambasciatore Toschi non si sia accorto di questo abuso di titoli e non abbia effettuato le dovute verifiche?

La vicenda sarebbe già stata segnalata al tribunale competente e al Ministero degli Affari Esteri per le opportune verifiche, ipotizzando una violazione delle norme internazionali sulla corretta rappresentanza consolare. Un comportamento del genere, millantare un ruolo consolare inesistente, appare del tutto incompatibile con la partecipazione di questo privato cittadino a eventi istituzionali riservati presso l’Ambasciata.

Diritto di sapere, dovere di rispondere.

È bene chiarire che non si tratta di accuse a ruota libera, bensì di quesiti puntuali posti nel pieno rispetto delle istituzioni. Alla comunità italiana in Qatar, così come all’opinione pubblica, appare legittimo chiedere spiegazioni su tali vicende.
I contatti tra l’ambasciatore Toschi e Manfredi Catella si sono svolti nel rispetto delle procedure istituzionali (e comunicati a chi di dovere) oppure si è trattato di frequentazioni private al di fuori di ogni controllo ufficiale? Quali criteri hanno giustificato l’invito di Augusto Coriglioni, un privato cittadino privo di incarichi e per giunta coinvolto in comportamenti controversi, a un evento riservato presso la residenza diplomatica durante la visita di un Viceministro?
E ancora. L’ambasciatore era a conoscenza dell’uso improprio di titoli consolari da parte di Coriglioni (come la finta targa di “Consolato” di San Marino)? In caso affermativo, quali verifiche o provvedimenti sono stati attivati? Personale Italiano è mai stato invitato a casa del Coriglioni? Perché nessuno ha fatto le dovute segnalazioni? Di fronte a queste ombre, Paolo Toschi intende fornire chiarimenti pubblici e rassicurazioni ufficiali per fugare ogni dubbio sulla condotta della rappresentanza italiana in Qatar?

In nome della trasparenza e della credibilità del Sistema Italia all’estero, è auspicabile che venga fornita al più presto una risposta formale su questi punti. Ciò risulta ancor più importante in un contesto delicato come quello mediorientale, dove la reputazione delle istituzioni italiane si costruisce o si compromette, anche attraverso gesti concreti come quelli qui esaminati.
Un chiarimento pubblico da parte dell’Ambasciata non è solo opportuno, ma doveroso, per dissipare le ombre e confermare la correttezza dell’azione diplomatica italiana in Qatar (e nel rispetto dello stesso Qatar, che spesso viene accostato a scandali che finiscono per offuscarne l’immagine).