Rai, due fronti per Salini: bloccare la Ammirati alla Fiction e difendere Il disastro Carboni al TG1

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Fabrizio Salini non sa più a che santo votarsi e torna a riflettere se non sia il caso di dimettersi e mandare tutti a quel paese. Soprattutto per le pressioni che arrivano da Zingaretti e Franceschini, che non gli danno tregua nel chiedere la nomina di Maria Pia Ammirati a direttora della Fiction.

Il perché è molto semplice: l’attuale responsabile delle Teche, a furia di lamentarsi per un ruolo che riteneva inadeguato, a febbraio scorso si era vista “risarcire” da Franceschini e dal suo partito di riferimento – appunto il Pd – con la nomina presidente dell’Istituto Luce.

C’era un evidente “conflitto d’interesse” tra i due incarichi, ma si sa che quando questo problema riguarda i post-comunisti, si deve far finta di niente. Solo che ora, al Nazareno, hanno deciso che su quella poltrona del Luce deve sistemare le proprie terga il “guru” di Zingaretti, Goffredo Bettini (il “patto” col ministro Franceschini è questo: lui a capo di Cinecittà, in cambio gli garantirà sostegno politico per le ambizioni della moglie Michela Di Biase, che sogna il Campidoglio).

Ecco allora che il “risarcimento” alla Ammirati deve essere adeguato. L’Interim della più ricca direzione Rai, abbandonata per Netflix da Tinni Andreatta, ce l’ha proprio Salini. E questo per il vertice del Pd è inammissibile. Peccato che la Ammirati non sia certo all’altezza per un salto del genere.

E questo non è solo il parere di Salini, ma di quasi tutti i produttori più quotati (compresi quelli notoriamente di sinistra) che lavorano per la Rai, terrorizzati da un’ipotesi del genere. Insomma, un problema enorme per l’AD, già da mesi alle prese con la difesa disperata dell’indifendibile Giuseppe Carboni, il cui  TG 1 continua a calare negli ascolti e a caratterizzarsi per essere un telegiornale tra i più brutti ed inadeguati della sua storia. Infarcito com’è di servizi a metà strada tra il “chissenefrega” e la “marchetta”, che non troverebbero spazio neppure nei contenitori di rete. Ma, si sa, su Carboni il M5S è pronto a fare le barricate…

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