Rai: la guerra tra GVG e MEDIA KITE per le produzioni news a NY, i dettagli /1

Come riportato dalla nostra testata nei giorni scorsi (leggi qui) è iniziata la guerra a carte bollate tra tra GVG e MEDIAKITE per le produzioni news Rai oltreoceano. Una lettera infuocata è arrivata, oltre che sulla scrivania del Dg Mario Orfeo (che ha, di fatto, sospeso gli effetti della gara) e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza anche su quella di Raffaele Cantone all’ANAC.  Vediamo i dettagli.

Nella lettera del legale di Ippolito Leotta, titolare della GVG, si denunciava il fatto che, nonostante l’azienda avesse vinto l’appalto per le produzioni news Rai a New York, si era vista  “scavalcata” dalla MediaKite. Come mai? Nelle carte si parla di “rapporti personali tra il signor Francesco Malatesta, titolare della Mediakite e alcuni organi della direzione RAI“. I soliti amici degli amici. 

Questi i fatti. Nel 2008, sotto la direzione di RAI Corp, sede estera Rai a New York, guidata allora da Guido Corso, la Rai gestiva un organico di circa 80 persone tra tecnici, amministrativi e giornalisti.

Un organico di tutto rispetto. Eppure, manco a dirlo, la Rai decise di dare un appalto diretto ad un soggetto esterno: Francesco Malatesta, (ex dipendente di Rai Corp e coniugato con una giornalista di Rai International, nonostante i limiti a tal riguardo), il quale, tramite la sua società di allora, la FM STUDIO (ora Mediakite) lavorò per quasi un anno insieme all’inviata Monica Maggioni (oggi Presidente del cda Rai) nel seguire le elezioni americane.

Costo del giochino? Oltre un milione di euro. Con tanto di Audit da parte di viale Mazzini.

Nonostante questo, nel 2012, attraverso l’intervento di due suoi dirigenti – Vittorio Longati e Francesco Mari – la Rai decise di coprire nuovamente le elezioni americane con un appalto per direttissima a Mediakite e Associated Press Tv, con buona pace della concorrenza.

Come riportano le carte del legale della GVG, “nel 2012, la Rai Corp, prima della sua chiusura della sede di New York, con il suo DG Guido Corso, il suo vice, Francesco Mari e con la collaborazione dalla RAI di Roma, nelle persone del Sig. Comanducci e del Sig. Vittorio Longati, fece richiesta alle varie società USA di presentare una proposta per un potenziale appalto per la copertura dei servizi news Rai in America post chiusura Rai Corp. La richiesta, inviata da Francesco Mari, fu molto generica, senza dettagli su cosa avessero realmente bisogno. Nell’agosto dello stesso anno mandarono una richiesta più specifica ma non dettaglia all’Eurovisione USA (EBU), la quale insieme alla GVG, azienda americana di produzione, inviò la sua proposta alla Rai, in persona del Sig. Mari. Nessuno dei partecipanti, compreso EBU e GVG ricevette mai una risposta alla proposta effettuata.

Tanto si era già tutto deciso: “la Rai aveva già fatto un accordo diretto con Associated Press TV. A seguito di detto affidamento diretto, il sig. Francesco Mari e Vittorio Longati organizzarono la gestione del servizio del personale tecnico tramite Mediakite, creando di fatto un sub appalto tra Associate Press e Mediakite, in chiara violazione delle normative sui contratti pubblici e dei limiti al subappalto“.

Nel 2012-2014 Mediakite gestì il subappalto del predetto contratto Rai, fornendo personale tecnico, con visti di lavoro sponsorizzati da Rai Corp e poi da RAI in Italia. Tutti sapevano tutto.

Nel 2012-2014, la Mediakite di Francesco Malatesta diventò il fornitore unico Rai sulla piazza di New York, non solo per il contratto RAI-Associated Press Tv ma per tutte le altre produzioni esterne Rai. Difatti, nessun’altra società ricevette in quel periodo una richiesta di partecipazione ad un qualsiasi bando né ricevette una singola richiesta di lavoro.

Arriviamo al 2014: la Rai (all’epoca gestita da Luigi Gubitosi) indisse una gara pubblica per aggiudicare l’appalto per la sede Rai di New York. Gara vinta, appunto, dalla Global Vision Group (GVG). Per tre anni l’azienda si ritrovò a gestire situazioni incresciose: pagamenti in ritardo, anticipi per conto della Rai per diritti di messa in onda, e via degenerando (come l’appalto diretto a Mediakite da parte dei RAI News24, diretto allora da Monica Maggioni, per l’uso degli “zainetti” quando la sede Rai di New York ne era già provvista. Altri soldi buttati).

Nel 2016 veniva dato un appalto diretto ad Associate Press e Mediakite per la produzione della notte delle elezioni americane 2016 di circa 750mila euro; appalto gestito dai referenti Rai Vittorio Longati e Francesco Mari.

Nel luglio 2017, circa 5-6 mesi prima della scadenza del precedente bando, veniva nominato nuovo vice direttore sedi estere Rai Andrea Sallustio che per prima cosa nominò una commissione di quattro persone incaricata di valutare le diverse offerte della gara di appalto e procedere con le votazioni per l’assegnazione del bando. A capo della commissione di gara c’era Vittorio Longati, in chiaro conflitto di interesse con la Mediakite a cui aveva già affidato direttamente alcuni appalti.

Le società che partecipavano al bando per la sede di New York erano la Global Vision Group (GVG), la Mediakite e la CPA srl. Quindici giorni dopo l’apertura pubblica delle buste dei partecipanti al bando, Sallustio venne promosso Vice Direttore Centro Produzioni TV sotto la direzione di Roberto Cecatto.

I legali della GVG parlano di “gravi anomalie” che di fatto avrebbero dovuto escludere a priori la Mediakite dalla gara, figuriamoci fargliela vincere. Ma, nonostante la richiesta di accesso agli atti della gara, nessuno fece nulla.

Pertanto, si legge, “considerato la gravità dei fatti nella gestione dell’appalto […] e del rapporto che alcuni alti dirigenti RAI hanno intrattenuto storicamente con la Mediakite di Francesco Malatesta, anche durante la gara di appalto si chiede alle SS.VV. Illustrissime  [ovvero Orfeo ma, soprattutto Cantone, NdR] di intervenire immediatamente per escludere dal bando in oggetto la società Mediakite e di procedere ad una indagine approfondita nella gestione degli appalti RAI a New York per accertare la responsabilità di alcuni dirigenti RAI nell’affidamento di appalti diretti a danno della RAI stessa e a danno di una libera concorrenza tra imprese”.

E la Rai? Ha risposto. Come? Lo leggerete nella prossima puntata.

 

 

 

 

 

 

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