Rai: col palinsesto del Giornale Radio bloccato (e un po’ di contratti tagliati), Gerardo Greco chiede aiuto alla politica

Inizia proprio un brutto 2018 per il prode Gerardo Greco. Con la bocciatura della richiesta di extra-budget – 150mila euro, tanto per gradire – (leggi qui) il direttore del Giornale Radio deve affrontare il nuovo anno con il palinsesto bloccato e inventarsi mille scuse per giustificare i tagli ai compensi promessi ai suoi collaboratori preferiti.

Una figuraccia che fa il paio con l’imbarazzante scomparsa di scena del famoso canale 871 del digitale terrestre, quello che secondo il roboante piano editoriale presentato da Greco in ottobre all’assemblea di redazione per il gradimento, avrebbe dovuto ospitare la “radio visione”, punto focale della sua direzione. Invece, non se ne sa più niente. Anzi, sembra proprio che il progetto sia tramontato.

Greco, tra un fondamentale dibattito di Capodanno a Cortina e una serie di supplichevoli telefonate ai suoi molti sponsor politici arruolati con Agorà, sta ora cercando di correre ai ripari su entrambi i fronti di guerra aperti con l’azienda. Ma con poche possibilità di spuntarla. Perché i soldi sono pochi e i risparmi da varare tanti.

Soprattutto dopo che Il dg Mario Orfeo ed il CdA hanno dato via libera al piano da 40 milioni di euro destinati agli esodi incentivati destinati ad alleggerire il costo del personale Rai (oltre 13mila dipendenti, il 90 per cento dei quali con contratti a tempo indeterminato.

E poi, dopo un mese di silenzio, anche il CdR dovrà necessariamente muoversi e sollecitare una verifica del piano editoriale, in assemblea o attraverso una conferenza programmatica.
Magari chiedendo conto al direttore anche dei disservizi che non più tardi del 29 dicembre scorso (per la seconda volta) hanno provocato la messa in onda, in alcune delle edizioni principali del GR1, GR2 e GR3 (alle 13, 13,30 e 13,45 per la precisione) con i servizi solo in voce. Cioè senza i contributi registrati. Perché si erano bloccati il sistema Netia e l’on air.

Che è vero che dipendono da via Asiago e non da Saxa Rubra, ma che è anche vero che sono il frutto del super stress delle strutture produttive (sotto organico) per le continue emergenze e fantasie dei collaboratori di Greco.

Insomma, sul capo del prode direttore, con il passare delle settimane, si addensano nuvoloni minacciosi. E con le elezioni alle porte, la situazione può solo peggiorare.

A proposito: tempo fa, Greco è stato ascoltato mentre si lamentava per aver ricevuto in busta paga meno di 2mila euro. Causa trattenute. Di che genere, di grazia?

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