Rai: dagli “imbucati” a Sanremo, all’esaltazione di Tito nel “Giorno del Ricordo”
Tutti presi dal come rispondere agli attacchi dei media per gli “imbucati” al Festival di Sanremo, ai piani alti di viale Mazzini nessuno si è accorto della faziosa quanto squallida operazione di “riequilibrio politico” programmata da Rai Movie per il “Giorno del Ricordo”.
Costrette a mettere in palinsesto qualcosa sulle decine di migliaia di italiani assassinati e gettati nelle “foibe” dai partigiani comunisti sloveni, la direttora Roberta Enni e la sua vice Cecilia Valmarana si sono subito preoccupate di esaltare al meglio le imprese militari di Tito.
Così, alla vigilia, hanno programmato “Rosso Istria”, un coraggioso film che racconta le nefandezze dei seguaci del Maresciallo, compreso il martirio di Norma Cossetto, violentata da un’intera banda di quei criminali con la stella rossa sul berretto e poi buttata ancora viva in una foiba.
Poi, proprio ieri sera, mentre tutti i telegiornali avevano appena dato conto delle dure parole con cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva bollato quei crimini e la coltre di colpevole silenzio che li aveva nascosti per decine di anni, hanno mandato in onda “La battaglia della Neretva”. Un kolossal di 50 anni fa dedicato al genio militare di Tito (finanziatore della pellicola) e al coraggio del suo esercito popolare nella lotta per la liberazione dei Balcani dall’occupazione tedesca.
Il messaggio subliminale è molto preciso: sì, quei partigiani sloveni avevano commesso dei delitti orrendi, ma il ruolo ed il valore di Tito e dei suoi uomini nella seconda guerra mondiale, non può essere messo in discussione od offuscato dalla tragedia delle “foibe”.
“Missione riequilibrio” compiuta? Solo tentata, non certo riuscita, malgrado l’impegno dimostrato. Perché i crimini delle “foibe” e la pulizia etnica contro gli italiani compiuta dai partigiani comunisti di Tito in Istria, fanno ormai parte della storia. Con buona pace della dirigenza Rai.