Riordino dei ruoli, a pagarne il prezzo saranno i giovani
Regna un clima d’incertezza e preoccupazione in via XX Settembre. Gli addetti ai lavori non sanno come dire al ministro Trenta che, forse, non riusciranno a mettere in atto quanto ha chiesto e messo sul gradino più alto delle priorità del provvedimento di riordino dei ruoli: ovvero sia, mettere al primo posto i giovani dei gradi medio-bassi.
Pare che dagli ultimi incontri avuti con gli altri dicasteri, questi avrebbero storto il naso alla richiesta avanzata e combattuta a denti stretti dai vertici del ministero della Difesa.
Neanche lo sciopero della fame del luogotenente Fico è valso a qualcosa e il presidente Conte parrebbe non avere poi così tanta forza nei confronti del suo ministro Salvini nel posticipare la delega dei correttivi (che avrebbe la sua naturale scadenza il 30 settembre). Tantomeno nel reperire ulteriori risorse per porre rimedio allo scempio creato dal precedente provvedimento che prometteva la panacea del male subìto dal personale in termini di carriera.
Eppure il presidente Conte ha ricevuto il Consiglio Centrale della Rappresentanza, e il ministro Trenta è stata chiara circa la necessità e le priorità del suo Ministero, ma il ministro dell’Interno, a quanto pare, avrebbe la meglio.
A cosa serve diversificare i ruoli se poi un ministro designato per un dicastero si occupa delle “faccende” di altri dicasteri sui quali, almeno in teoria, non avrebbe alcun “potere” da esercitare?
E perché se qualcuno avanza delle rimostranze nei confronti del suo lavoro viene bollato e rimesso in riga? Stiamo parlando di ambivalenza, oppure, le “reprimende” e i divieti sono soltanto a senso unico?
Qui si tratta di “peso specifico” e di “potere” e di conseguenza di chi ne ha di più da esercitare. Non vogliamo pensare che l’incontro avvenuto tra il Premier Conte e il Co.Ce.R. sia stata una farsa.
Che le parole dette e le promesse fatte siano state un “contentino”, una sorta di specchietto per le allodole per poi essere cestinate al primo manifesto mal di stomaco del ministro Salvini.
Non vogliamo neppure pensarci e, qualora fosse, malauguratamente, vero, nemmeno crederci. Non possiamo farlo per il grande rispetto che abbiamo per le istituzioni e per i suoi rappresentanti. Per il ministro Trenta, la quale, insieme ai suoi collaboratori, porta avanti battaglie di civiltà, nel solo interesse del Ministero che è chiamata a rappresentare.
Magari si tratta della classica “guerra di Palazzo”. Roba da prima Repubblica, per intenderci. Ma non eravamo nella Terza, di Repubblica, e la Prima, infettata da macchinazioni e clientelismo, era stata abolita insieme alla povertà? Forse no.
Delle due l’una: o il ministro Salvini, attraverso i suoi tecnici del Viminale che stanno trattando al tavolo con gli altri Ministeri interessati, ha dato l’”ordine” di non sanare le sperequazioni, che durano da quasi 11 anni, a danno dei ruoli bassi; oppure i suddetti tecnici, mossi da chissà quale livore atavico, stanno agendo di testa propria preferendo salvaguardare gli interessi dei gradi alti a discapito di quelli bassi.
Insomma, la solita storia di privilegi e casta? Ma non era stata abolita anche quella dal Governo giallo verde?
Salvini sta dalla parte degli italiani, sì sa. E chi più delle Forze Armate tutela e difende gli interessi dei 60 milioni di cittadini di cui il ministro si dice essere il protettore? Dunque, alla luce di queste considerazioni, ci sentiamo di escludere entrambe le ipotesi. Resta quindi un’ultima congettura che necessita di una seria riflessione.
Forse i suoi tecnici non gli hanno adeguatamente riferito che i ruoli bassi saranno quelli che verranno martoriati dal futuro riordino, o ancora meglio, i sindacati, tanto cari alle stanze del Viminale, non hanno informato i giovani tesserati che al banchetto dell’abbondanza, non solo non siederanno, ma non verranno date loro neppure le briciole. Mistero. E tanti dubbi.
Ma i pericoli non vengono solo dall’esterno, ma anche da dentro. Le famose “serpi in seno”. Forse il ministro Trenta non sa che gli uomini che indossano l’uniforme a bande rosse e quelli in abito grigio scuro sono contrari a quanto da Lei sostenuto e, anzi, virano in direzione opposta a quella nella quale rema il ministro.
E i rispettivi Co.Ce.R., hanno informato i “loro ragazzi” del futuro nefasto che gli si prospetta?
Ministro Salvini, i tremila nuovi arruolati da Lei predisposti, sono consci di avere le gambe mozzate ancora prima di “vestire la giubba?”
Non resta da porci qualche quesito in attesa di un’adeguata risposta: il ministro Trenta, dimostrerà di avere la fermezza necessaria per tenere a bada i “dissidenti?”
E il capo di Stato Maggiore Difesa saprà imporsi nel momento in cui si paleseranno le divergenze di opinioni che agitano le Forze Armate o dirà la sua a posteriori, una volta in pensione e ormai senza la forza necessaria per dare un seguito fattivo alle sue parole?
Noi saremo le vostre sentinelle. Faremo la guardia e informeremo il lettore di tutti gli sviluppi. Agli altri diciamo di “stare sereni”. L’ultima volta che è stata pronunciata questa frase, vi ricordate, per caso, come è andata a finire?