Riordino dei ruoli, Difesa nel caos: intervenga la politica

Riordino dei ruoli, Difesa nel caos: intervenga la politica

28 novembre 2019

L’atteso correttivo al riordino dei ruoli del personale militare è in questo frangente nelle mani delle commissioni parlamentari che potranno formulare pareri, osservazioni e proposte sul provvedimento posto in esame.

Il personale attende dall’autorità politica delle risposte ma, soprattutto, un chiaro contributo decisivo. Senza traccheggiare oltre. Invece quello che sta accedendo è proprio questo. Per l’ennesima volta pare – e speriamo vivamente di sbagliarci, perché il ruolo di Cassandra inizia a stancarci un po’ – che gli organi elettivi dello Stato si stiano piegando alle decisioni dell’amministrazione Difesa, riducendo una battaglia di “giustizia contributiva” all’ennesima questione di denaro.

Come si dice in questi casi, la politica sa farsi concava e convessa e superare indenne ogni burrasca, attribuendo al “terzo” di turno ogni responsabilità, giustificando il proprio comportamento e la relativa mancanza di polso con la ritrita scusa che le casse sono vuote e occorre fare economia. Certo, ma allora tutti devono tirare la cinghia. Proprio tutti.
 
Dalle prime indiscrezioni giunge voce che, anziché rimpinguare le tasche delle categorie basse, si toglierà ancora denaro, senza tenere conto delle esigenze di quest’ultimi e di conseguenza delle loro famiglie che da domani faranno ancora più fatica a far quadrare i conti del bilancio familiare. Era tutto così dannatamente prevedibile che ci vengono quasi i brividi.

Se l’Autorità politica non prenderà in mano il provvedimento trasformandolo in una legge giusta ed equa, avallerà l’ennesimo scempio.

Tuttavia, continuiamo ad essere dei sognatori, nostalgici adepti della filosofia tale per cui le cose possono sempre migliorare e magari la vita può stupirci da un momento all’altro; anche se sappiamo bene che il cinismo con la sua falce bussa alla nostra porta per mietere l’ennesima vittima e compiere l’ennesimo sopruso.

Com’è noto, nelle commissioni, sono presenti esponenti politici appartenenti al mondo militare. È da loro che ci aspettiamo una pressione fattiva e un intervento risolutivo affinché il provvedimento non risulti in alcun modo deficitario, senza dare vita ad ulteriori sperequazioni.

Staremo a vedere. Toccheremo con mano se questi militari/politici hanno conservato l’integrità d’intenti del loro corpo di appartenenza o si sono fatti fagocitare della politica che risucchia nel frullatore delle logiche di palazzo e una volta uscito fatichi anche a riconoscerti allo specchio. E verificheremo anche il peso specifico della politica, se è in grado di farsi valere ma, principalmente, se vuole farsi valere.