
SCHLEIN, IL FALSO MIRACOLO DEL DISACCOPPIAMENTO
Elly Schlein rispolvera la vecchia favola della necessità di “scollegare il prezzo dell’energia da quello del gas”. Ma chiunque conosca il funzionamento del mercato elettrico sa che è un’illusione per boccaloni.
Il prezzo dell’elettricità in Europa è fissato dal sistema del marginal price: conta l’ultima offerta che soddisfa la domanda, e spesso si tratta proprio delle centrali a gas. È così che le rinnovabili, pur avendo costi marginali vicini allo zero, incassano la remunerazione fissata dal gas. Un meccanismo imperfetto? Certo. Ma spezzarlo significherebbe dire addio agli investimenti nelle rinnovabili, che vivono su quel differenziale.
Il “disaccoppiamento” è subito abortito in Spagna e Portogallo. E lì c’era solo il tope iberico, un tetto temporaneo al prezzo del gas, chiuso a fine 2023 e comunque fissato ben sopra i livelli attuali. Altro che modello da copiare.
Le alternative? O il sistema “pay as bid”, che aumenterebbe la volatilità e rischierebbe prezzi persino più alti, oppure tetti selettivi sui profitti delle rinnovabili: di fatto una tassa mascherata. Non a caso, l’unica vera strada è accelerare su nucleare e rinnovabili, con accumuli e rimozione degli oneri di sistema dalle bollette.
Dunque, Schlein rilancia un mito già smontato, fingendo di avere soluzioni quando in realtà propone illusioni già sperimentate e rivelatesi tecnicamente dannose. È la conferma di un Pd che vive di slogan e non di numeri: incapace di leggere i mercati, buono solo a copiare vecchie ricette fallite.
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