STELLANTIS, la “corte dei miracoli” di Elkann in tema di comunicazione aumenta solo l’irritazione del governo; il “caso Vella”

STELLANTIS, la “corte dei miracoli” di Elkann in tema di comunicazione aumenta solo l’irritazione del governo; il “caso Vella”

13 gennaio 2025

Il passato non si può cambiare. E non c’è alcun mago della comunicazione che possa cancellarlo.

È un po’ questo il pensiero che è circolato in questi giorni nei corridoi di Palazzo Chigi di fronte al tentativo di John Elkann di rifarsi un’immagine.

Gli eredi Agnelli sono considerati come i loro nonni, ovvero una famiglia che, finché gli è stato permesso, ha preso tutto quel che poteva dall’Italia, per poi voltare le spalle al Paese.

Dentro Fratelli d’Italia il giudizio su Stellantis e i suoi azionisti di riferimento non cambia. Anzi, forse il tentativo di guidare alcune comunicazioni sta facendo ancor più irritare i più ortodossi tra loro. Al partito di maggioranza di governo, del resto, non sono mai piaciute le grandi famiglie che si sono spartite le succulenti concessioni pubbliche, come anche i grandi finanziamenti pubblici.

Vale per la famiglia Benetton, per la famiglia De Benedetti, per la famiglia Agnelli, solo per fare gli esempi più noti. Tra tutte, è Stellantis che ha lo scettro di ciò che meno piace ai meloniani. Il disimpegno dall’Italia, la chiusura delle fabbriche, gli esuberi, la delocalizzazione della produzione, i recenti flirt con la Cina, sono le ultime tappe condite da un velo di arroganza della sua alta dirigenza, abituata a guardare il mondo dall’alto verso il basso.

Qualcuno non si è mai scordato il gran rifiuto di John Elkann a presentarsi di fronte al Parlamento italiano per discutere del futuro della casa automobilistica. Pure la premier in persona dovette intervenire parlando di “mancanza di rispetto”.

Da lì, o ancor prima, il tentativo dei comunicatori di Stellantis di metterci una pezza e trovare delle strade per rimediare. Come ad esempio mandare gli alti dirigenti in giro per la Penisola a spiegare quanta Italia c’è ancora in Stellantis.

Ma l’impresa già ardua rischia di essere impossibile se a guidare le strategie c’è il nuovo arrivato Antonio Vella, che tra i Palazzi è poco conosciuto se non per essere il principale suggeritore di alcuni articoli al vetriolo proprio contro il governo Meloni firmati sulle pagine del Foglio o su altre note testate soprattutto online.

E quando giorni fa sulle pagine del Fatto Quotidiano lo stesso comunicatore è stato citato come il “nuovo corso” di Stellantis, al governo hanno seppellito il file sotto una grande risata.

Certo, si continuerà a tentare di capire come educare Elkann per trovare una mediazione, ma la strada sembra ancora molto in salita. Questa Stellantis un po’ a motore e un po’ a Vella, per ora resta al palo.