TERNA: la “bufala” di Bloomberg sulla possibile vendita del 30%,  irrita Palazzo Chigi

TERNA: la “bufala” di Bloomberg sulla possibile vendita del 30%, irrita Palazzo Chigi

27 ottobre 2025

Chi ha fatto filtrare la “bufala” su Terna rilanciata stamattina da Bloomberg?

È la domanda che circola da ore nei corridoi di Palazzo Chigi, dove la rivelazione secondo cui si starebbe valutando la vendita di una quota minoritaria della rete elettrica italiana è stata accolta con evidente fastidio. E non senza motivo.

Perché Terna è un asset strategico nazionale, non una qualsiasi utility da piazzare sul mercato per far cassa.
E poi perché l’idea di vendere una fetta della rete per finanziare magari il piano industriale non solo è economicamente priva di senso, ma anche politicamente “tossica”: sarebbe come rischiare di ipotecare il futuro del Paese per inseguire una sorta di miraggio ecologista.

C’è poi un dettaglio che i “bene informati” di Bloomberg si sono dimenticati di ricordare: Terna non è nemmeno libera di decidere un’operazione del genere.
La società è controllata per il 29,85% da CDP Reti S.p.A., che a sua volta è posseduta al 59,1% dalla Cassa Depositi e Prestiti: dunque, dallo Stato italiano.
Il secondo azionista è State Grid Europe Limited (SGEL), filiale della cinese State Grid Corporation, con il 35% del capitale.
In pratica, qualsiasi ipotesi di ingresso di un “partner finanziario” sarebbe impraticabile senza l’autorizzazione del governo e di CDP, che detiene il controllo effettivo del gruppo.

Insomma, o a qualcuno interessa far salire la temperatura su Terna per fini propri — magari testando la reazione politica — oppure si tratta dell’ennesimo ballon d’essai lanciato da qualche advisor in cerca di ricche commissioni.