L’Ugl diventa la succursale (e il magazzino) della Lega di Salvini
Matteo Salvini, segretario della Lega e candidato nella conquista del premierato nel centrodestra, ha annunciato un accordo “storico” tra il suo partito e la Ugl o forse sarebbe meglio dire di quanto rimane di quel sindacato.
In una conferenza stampa il capo della Lega ha confermato quello che noi andiamo scrivendo da un mese (leggi qui) riguardo all’accordo che era nell’aria tra il sindacato di via delle botteghe oscure a Roma e il partito di via Bellerio a Milano.
Dopo mesi di saltelli tra la Meloni e Salvini, finalmente il segretario Ugl Paolo Capone ha scelto e si è fidanzato con Matteo Salvini. Cosa nascerà da questo connubio sarà sicuramente tutto da vedere anche perché la “dote” che porta l’Ugl è andata, negli ultimi quattro anni, sempre più assottigliandosi in termini di associati, di rappresentatività e di rapporti interni che hanno visto la fine della federazione dei lavoratori del credito confluita nel Fabi, tutto il comparto del pubblico impiego che è uscito ed è confluito in massa nella neo costituita confederazione Confintesa, nella chiusura del patronato Enas che è stato assorbito dalla cattolica Acai.
Insomma così come stanno le cose, come abbiamo già scritto, “Salvini si prende l’Ugl, ma poi che ci fa?”. Ora è legittimo da parte di tutte e due i protagonisti di questa vicenda fare accordi sui programmi ma che l’Ugl diventi la succursale di un partito politico è cosa che non si è mai vista nemmeno ai tempi di Laghi e Almirante, che avevano si stipulato un patto d’intesa sulle tematiche legate al mondo del lavoro ma lo avevano fatto mantenendo distinti e distanti le sedi e rispettando l’autonomia sia delle organizzazioni che rappresentavano sia dei propri dirigenti sindacali e politici.
Dalle parole del capo leghista, riportate dalle agenzie e riprese anche dal video della conferenza stampa, si evince, invece, che Salvini ritiene che “La collaborazione con l’Ugl è uno di quegli apporti esterni di cui avevo parlato. Ugl ha più di 160 sedi tra Nord e Sud in Italia e la collaborazione sarà sicuramente utile e positiva”.
Insomma non lo dice esplicitamente ma fa capire che le sedi dell’Ugl saranno ridotte a “pertinenze”della lega per riunioni politiche e per deposito di materiali propagandistico. Insomma dei veri e propri comitati elettorali pro Lega.
Questo avviene dopo poche settimane in cui Capone era andato a Trieste al congresso di Fratelli d’Italia dove, evidentemente, conoscono lo stato organizzativo reale di quel sindacato e non hanno dato seguito alle richieste di padrinato politico.
Ci meraviglia, però, che un politico attento come Salvini voglia parlare di scuola e università con un sindacato che a livello nazionale, proprio in quei settori ha completamente perso la maggiore rappresentatività come sancito dall’Aran.
Che voglia parlare di difesa dei diritti dei lavoratori facendo finta di non sapere (o forse non lo sa veramente) cosa sta accadendo all’Enas con i dipendenti che debbono avere ancora (e non si sa se e quando le avranno) sette mensilità arretrate.
Con gli ex dipendenti dello stesso patronato Enas e anche di alcuni dell’Ugl che vantano crediti di lavoro per decine di migliaia di euro in quanto non riescono a ricevere nemmeno la spettante indennità di fine rapporto.
Tutte queste cose Salvini o non le sa o fa finta di non saperle. Rimane il fatto che l’annuncio di questo sposalizio politico (e non solo) sta mettendo in imbarazzo molti dirigenti politici che militano sia in Fratelli d’Italia che nel Movimento Nazionale per la Sovranità di Storace e Alemanno.
Sembrerebbe che sia stato assicurato, ma lo verificheremo nelle prossime settimane, un “collegio sicuro” (ammesso che ne esistano ancora) in Italia e/o all’estero per un dirigente dell’Ugl che non si capisce se sia lo stesso Capone o il suo vice Claudio Durigon o ambedue.
Sta di fatto che questo accordo svilisce la storia di un sindacato che Ideologicamente era vicino all’ MSI ma riuscì a smarcarsi dalle trame partitiche missine grazie all’intelligenza di due grandi uomini quali erano Giorgio Almirante e Ivo Laghi. Oggi l’Ugl ripiomba nel baratro della sudditanza partitica dal quale si era liberata nel 1980.
Riguardo poi al passaggio di Salvini relativo all’utilizzo delle 160 sedi Ugl sparse sul territorio vediamo come si metterà la stessa Ugl in quanto fornire l’utilizzo di sedi sindacali ad un partito politico potrebbe configurare il reato di finanziamento occulto ai partiti. Insomma alla fine forse ha fatto bene Giorgia Meloni a non dare spazio a chi per uno o due seggi sta calpestando i principi dell’autonomia del sindacato invece di preoccuparsi dei dipendenti del patronato che non sanno che fine faranno.
Ma ormai dal luglio del 2014 siamo abituati a queste sortite della dirigenza Ugl e, aspettando di vedere i grandiosi numeri che questo accordo produrrà in termini elettorali, il nostro pensiero va ancora una volta agli associati all’Ugl che evidentemente ignari di tutto questo vengono utilizzati per scopi politici e partitici che nulla hanno a che vedere con i reali interessi dei lavoratori.
Ma che volete così era l’Ugl della Polverini così è quella di Capone.