Vecchi dossier, nuova poltrona: Mirja d’Asero e il risiko di Gedi

Vecchi dossier, nuova poltrona: Mirja d’Asero e il risiko di Gedi

23 dicembre 2025

A volte ritornano. Anche se in questo caso non sul luogo del delitto. Mentre si attende nelle prossime ore un incontro tra John Elkann e Theo Kyriakou, magnate greco pronto a fare il passo decisivo per prendere la totalità o solo alcuni dei pezzi del gruppo Gedi (l’interesse è sulle radio e Repubblica, mentre c’è più freddezza su La Stampa), il mondo dell’editoria si interroga su chi sia in lizza per ricoprire il ruolo di futuro amministratore delegato della nuova compagine greca con una spruzzata di fondi sauditi.

Nonostante nei giorni scorsi abbia diffuso una smentita all’acqua di rose, la candidata in pectore sembra poter essere Mirja Cartia d’Asero, fino alla scorsa primavera amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore. Già da prima della pausa estiva l’avvocatessa esperta di real estate, catapultata nel settore dell’editoria per volere dell’ex presidente di Confindustria Carlo Bonomi e con un profilo da sostenitrice di ESG e inclusività, avrebbe partecipato a più di una riunione anche con il management di Gedi per favorire l’allineamento delle stelle greche. Ed anche ora che sembrerebbe continuare a partecipare senza apparire, non è certo sola.

Alcune fonti informate raccontano che è stata incaricata dell’attività di supporto allo sviluppo del nuovo piano industriale post closing proprio la medesima società di consulenza che fu impegnata per il piano industriale varato da Cartia al Sole. Coincidenze? Dalla sua anche il sostegno dell’attuale presidente di Borsa Italiana, Claudia Parzani, che vanta una particolare vicinanza a Jean Pierre Mustier e che a lungo è stata consigliere di Stellantis oltre che vice presidente del quotidiano di Confindustria, proprio nel medesimo CdA della d’Asero, con cui vanta una solida amicizia. Ed è proprio questo rapporto e questo pezzo di carriera parallela che spiega chiaramente la necessità della manager, ora presidente di Clessidra Holding, di muoversi sotto traccia per evitare proprio quelle colonne dei giornali che tanto brama di poter gestire.

Ed il clamore va evitato, soprattutto in questo momento, anche perché nel curriculum di Cartia vanno inserite almeno due vicende che sono sfociate in contenziosi. Entrambi di non poco conto ed entrambi, da quello che si apprende, finiti sulla scrivania dei pm milanesi. Ai primi di dicembre, come ha già riportato il Fatto Quotidiano, il bonus da un milione che la manager aveva rivendicato è stato prima congelato e poi annullato dal nuovo management di viale Sarca. Penderebbe infatti, nei confronti di Cartia d’Asero, l’accusa di aver violato le norme sulla riservatezza interna poco prima del suo addio. A scottare sarebbe una chiavetta USB contenente documenti aziendali sensibili.

Ma a pendere come una spada di Damocle ci sarebbe soprattutto una seconda denuncia che nascerebbe da una segnalazione alla Consob da parte del collegio sindacale del vecchio CdA e che poi da Roma avrebbe preso la strada inversa fino alla procura di Milano.

Qui in ballo un tema ancor più delicato. A marzo di quest’anno l’ex presidente del Sole Edoardo Garrone (assieme al consigliere Marco Liera) ha votato contro il progetto di bilancio 2024. Nelle precedenti burrascose riunioni del board era infatti emersa una serie di mancanze da parte dell’ex AD nella gestione dei flussi informativi. Mancanze che avevano potenzialmente alterato la decisione del CdA, da una parte, di scegliere come partner dell’attività del business della formazione Multiversity e, dall’altra, di come gestire la causa con richiesta di circa 60 milioni di danni passata di mano dal fondo Palamon a Nextalia.

Motivo del contendere? Il ritorno sul mercato del Sole a braccetto con Multiversity del fondo CVC (guidata da Fabio Vaccarono, all’epoca del closing anche consigliere di amministrazione dello stesso Sole 24 Ore) con una nuova società denominata “Sole 24 Ore Formazione”. Un ritorno, secondo la causa, avvenuto nonostante una fitta rete di accordi pregressi circa l’utilizzo dei marchi distintivi del Sole che il brand scelto ed utilizzato avrebbe tradito.

Adesso è tutto nelle mani della procura. C’è da capire come si svilupperanno i fascicoli. Entrambi con contestazioni che, se diventassero sentenza, sarebbero a dir poco inconciliabili con l’attività di AD. Tanto che negli ultimissimi tempi a interessarsi dei possibili sviluppi della vicenda adesso sono gli altri consulenti di Kyriakou in Italia.