Viminale: a chi è che piacciono solo le armi tedesche per la Polizia?
La chiamano “manifestazione di interesse per consultazione preliminare di mercato”, ma in realtà ricorda molto da vicino quei concorsi fatti su misura per un candidato che doveva essere alto m.1,75, dotato di occhi azzurri e capelli biondi, celibe e dotato di altre caratteristiche per le quali in Italia ce ne poteva essere uno soltanto. Il problema, però, è che a bandire la “consultazione preliminare di mercato” non è una ASL di qualche sperduta provincia, ma il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, interessato all’acquisto di una pistola mitragliatrice calibro 9 × 19mm.
Purtroppo, le specifiche tecniche indicate come “essenziali” finiscono per identificare sul mercato un’unica arma del genere, prodotta dall’azienda tedesca Heckler & Koch. La stessa, oltretutto, da cui già nel 2017 furono acquistati 500 mitra UMP in dotazione alle squadre UOPI (unità operative di primo intervento) poi ritirati e rispediti al mittente causa “ripetuti episodi di malfunzionamento”.
E adesso cosa fa il Viminale? Non lascia, ma addirittura prepara la strada al raddoppio?
Se davvero non esistessero sul mercato armi paragonabili a quelle dell’azienda tedesca, nulla da eccepire. Ma siccome invece esistono e per di più sono prodotte da una società italiana come la Beretta, nota in tutto il mondo per l’affidabilità e l’efficienza dei propri prodotti, allora c’è molto da eccepire. Il riferimento è alla pistola mitragliatrice PMX, omologata NATO e già in dotazione ai Carabinieri (11.000 esemplari), al nostro Esercito e a varie forze di polizia europee.
Ora, dal momento che anche la nostra Polizia di Stato è perfettamente a conoscenza di queste cose, c’è da domandarsi quale oscuro meccanismo sia scattato per lanciare una “manifestazione d’interesse” del genere. Soprattutto, giova ripeterlo, dopo l’esperienza negativa di tre anni fa con la Heckler & Koch, che provocò tante proteste da parte dei sindacati CONSAP e COISP.