Vincenzo Onorato: “Gli armatori continuano a violare la legge”
L’armatore Vincenzo Onorato chiede al ministero e alle capitanerie di porto un intervento urgente e risolutivo per la situazione illegale che si è venuta a creare a bordo delle imbarcazioni italiane.
“La Legge Cociancich – scrive in una nota il patron della Moby Lines – è vigente dall’11 giugno scorso, ma per alcuni armatori la violazione di legge sembra essere la norma, considerato che su numerose navi battenti bandiera italiana, e beneficiarie dei vantaggi del Registro internazionale marittimo, continuano a essere imbarcati e a lavorare marittimi extracomunitari”.
Per questo Onorato chiede a chi di dovere di fare quanto previsto dalla legge, ovvero vigilare sulle garanzie che il decreto fornisce ai marittimi italiani e comunitari, specialmente sui vantaggi di cui usufruiscono gli armatori italiani.
L’ormai noto decreto Cociancich di per sé non impedisce l’imbarco di lavoratori extracomunitari. Ma fa sì che l’armatore che decida di impiegarli a bordo delle proprie navi all’interno delle rotte italiane, perda il diritto di accedere alla “tonnage tax“, un regime fiscale forfettario.
“Purtroppo – continua Onorato – anche quello che avevamo definito un piccolo, ma significativo passo in avanti sulla strada di un ripristino della legalità nel settore marittimo italiano e della tutela dei diritti dei marittimi italiani, rischia di essere vanificato nei fatti: se è vero che un numero consistente di marittimi extra-comunitari è stato sbarcato, è altrettanto vero che la presenza di extracomunitari su navi battenti bandiera italiana, e rientranti nelle more ostative al riconoscimento di un trattamento fiscale e contributivo del tutto privilegiato agli armatori, continua a essere la regola”.
Da qui la richiesta di intervento rapido e si spera decisivo del governo e delle capitanerie: “Ci aspettiamo dagli organismi competenti un alto livello di responsabilità e di vigilanza. In caso contrario, rendere normale l’illegalità fornirebbe un segnale allarmante a un Paese che vuole costruire la ripresa su basi solide di legalità”.
“In quest’ottica – conclude Vincenzo Onorato – non possiamo neppure ipotizzare che lo Stato non sia in grado, anche attraverso i suoi organi periferici, e di questo non vorrei che alcuni armatori se ne approfittassero ancora, di effettuare un’attività puntuale di vigilanza e controllo”.
Controllo che presto riguarderà anche gli altri privilegi riconosciuti agli armatori italiani sui quali la Commissione dovrebbe esprimersi a breve.